IL PROGETTO

La perdita della biodiversità, ovverosia di specie animali e vegetali e di ambienti naturali, costituisce oggi uno dei più grandi problemi che l’umanità deve affrontare ed è oramai un’emergenza riconosciuta come prioritaria nelle agende della comunità internazionale. Lo stesso Governo Italiano, insieme agli altri governi europei, si era impegnato a ridurre la perdita della biodiversità entro il 2010 aderendo all’iniziativa denominata “Countdown 2010” in attuazione della Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica, ma l’obiettivo purtroppo è ancora lontano. Si ritiene utile riportare alcuni dati per bene inquadrare la gravità della situazione attuale; secondo la Lista Rossa IUCN (The World Conservation Union ), che classifica le specie secondo i livelli di minaccia, mostrando gli effetti che hanno su di esse la perdita e il degrado degli habitat, il sovra-sfruttamento delle risorse naturali, gli agenti inquinanti e il cambiamento climatico, risultano oggi minacciate circa 1.130 specie di mammiferi e 1.194 specie di uccelli, che rappresentano rispettivamente il 23% ed il 12 % del numero totale delle specie. L'Italia, per la particolare conformazione geografica e la ricchezza di ambienti e climi, è la nazione europea più ricca di specie: oltre 57 mila specie animali (circa un terzo del patrimonio faunistico europeo) dei quali 1.176 specie di vertebrati e 9 mila specie di piante, muschi e licheni (quasi il 50% della flora europea). Anche per la notevole quantità di endemismi (circa 5 mila), cioè di specie o sottospecie che si trovano solo in Italia, il nostro Paese ha grandi responsabilità nel campo della conservazione della Natura. Eppure le specie minacciate in Italia sono moltissime. Attualmente sono a rischio estinzione: il 68% dei vertebrati terrestri, il 66% degli uccelli, il 64% dei mammiferi, il 76% degli anfibi, il 69% dei rettili e addirittura l’88% dei pesci d’acqua dolce. La situazione non va meglio per la flora vascolare (15%) e le piante inferiori (40%) ovvero alghe, funghi, licheni, muschi, felci. In Italia infatti la biodiversità ha subito negli ultimi 50 anni una fortissima riduzione, in particolare a causa del consumo del suolo. L’ambiente italiano è stato particolarmente colpito e compromesso da fenomeni di frammentazione che ne hanno deteriorato la qualità. Si sono persi, sotto asfalto e cemento, 3 milioni di ettari di territorio ricco di biodiversità. Ne sono la causa infrastrutture, espansione di attività industriali, agricole intensive e, più in generale, l’occupazione del suolo e lo sfruttamento intensivo delle risorse non rinnovabili. L’Italia rischia di raggiungere il preoccupante primato del valore medio del 10% del territorio sottratto alla natura e utilizzato dall’uomo per le sue attività. Eppure dalla salute dei sistemi naturali dipende il nostro benessere e la qualità della vita. Tutelare la biodiversità significa tutelare la base biologica che sostiene la vita di tutte le specie viventi sul pianeta, uomo incluso. In realtà la natura fornisce una quantità incredibile di beni e servizi alla società umana che sono alla base delle economie reali dei nostri sistemi. Si pensi ad esempio alla produzione di cibo, combustibile, fibre e medicinali, l’effetto regolatore sull’acqua, l’aria e il clima, il mantenimento della fertilità del suolo, i cicli dei nutrienti.Sotto questo aspetto le problematiche della biodiversità sono parte integrante dello sviluppo sostenibile e sono elementi che contano per la competitività, la crescita e l’occupazione, oltre che per migliorare l'esistenza delle persone. A fronte di questa situazione la consapevolezza diffusa tra i cittadini del ruolo fondamentale che la conservazione della biodiversità ha sulla vita della comunità umana è ancora scarso. Il legame tra Natura, biodiversità e qualità della vita non è conosciuto a sufficienza e di conseguenza non è percepita adeguatamente la responsabilità che i comportamenti individuali e le decisioni assunte dai diversi attori istituzionali, sociali ed economici hanno nella perdita di biodiversità. In fatto di biodiversità, in Italia, c’è ancora poca consapevolezza: solo una persona su due ha sentito parlare di biodiversità e appena il 13% dichiara di saperne qualcosa a riguardo. A rivelarlo è una ricerca commissionata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel 2006. Un dato – secondo il rapporto Eurobarometer 2007 – che ci pone tra gli europei all’ultimo posto nella conoscenza dell’attuale crisi di biodiversità. Né vi sono programmi e campagne istituzionali tesi a far crescere una conoscenza collettiva del valore della biodiversità. Il Parco del Pollino in particolare si presenta come un territorio estremamente ricco di biodiversità. Il parco infatti riveste un’importanza a scala ecoregionale soprattutto per la presenza di uccelli, mammiferi, anfibi e rettili, entomofauna terrestre, fauna ipogea e flora vascolare. Tra le molte specie di interesse conservazionistico, sono presenti endemismi floristici, la lontra, il lupo, rapaci, come poiana, aquila reale, nibbio reale e nibbio bruno, il capovaccaio. Eccezionale poi è il valore naturalistico dei suoi boschi che ricoprono più di 80.000 ettari di territorio, e che hanno nei pini coricati gli esemplari più preziosi e noti in tutto il mondo. Anche nel Parco del Pollino però si rendono necessarie azioni di sensibilizzazione sulla biodiversità in quanto è ancora necessario far crescere la consapevolezza dei cittadini e dei fruitori del territorio del Parco sulla eccezionale importanza dei beni comuni ambientali del Parco, sia come valore in sé da conservare a beneficio delle presenti e future generazioni, sia come base per promuovere uno sviluppo locale sostenibile basato sul corretto uso delle risorse naturali ed ambientali; ciò inoltre è importante anche come attività di prevenzione delle minacce che incombono sulla biodiversità quali gli incendi boschivi. Il presente progetto è finalizzato quindi proprio a sviluppare negli alunni delle scuole elementari e medie la consapevolezza del valore dei sistemi naturali e responsabilizzarli incentivando comportamenti coscienti nei confronti dell’ambiente. Il WWF Italia intende avvalersi per la realizzazione del progetto del proprio settore educazione, che ha oramai una trentennale esperienza nel campo dell’educazione ambientale durante i quali ha sviluppato una grande quantità di progetti che hanno il proposito di conservare la diversità biologica e dei CEA (Centri di Educazione Ambientale) riconosciuti dalla regione Basilicata, tra cui quello di Chiaromonte

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